• Home /
  • News /
  • D COME DIECI DIECI
    PAROLE PER DIECI ANNI: LA MOSTRA
  • D COME DIECI DIECI
    PAROLE PER DIECI ANNI: LA MOSTRA

    D COME DIECI DIECI
    PAROLE PER DIECI ANNI: LA MOSTRA

    Per festeggiare il primo decennale del festival una mostra fotografica e la raccolta dei manifesti
    Si visita con ingresso libero da giovedì 14 novembre alle ore 18 nelle sale attigue alla biglietteria

    Il Donizetti Opera, festival internazionale dedicato al compositore bergamasco, giunge al traguardo della decima edizione che si svolgerà a Bergamo da 14 novembre all’1 dicembre 2024. Sarà l’ultima firmata dal direttore artistico Francesco Micheli che lo ha guidato sin dalla fondazione nel 2015.

    Per celebrare il decennale, sono previste una serie di iniziative intitolate D come Dieci che avranno il loro culmine nella giornata di venerdì 29 novembre che coincide con il Dies natalis di Donizetti. In coincidenza con il festival, giovedì 14 novembre dalle ore 18, sarà aperta la mostra fotografica Dieci parole per Dieci anni a cura di Clelia Epis e Floriana Tessitore con le immagini di Photo Studio U.V., allestita nelle sale attigue alla biglietteria e realizzata con il sostegno di Assolari Luigi & C. Nel ridotto Gavazzeni invece saranno esposti i manifesti degli spettacoli allestiti in questi dieci anni e illustrati da diversi autori, individuati dallo Studio Temp di Bergamo che, nel 2015, ha ideato l’immagine del festival.

    «2015-2024, dieci edizioni del festival Donizetti Opera: per raccontarle – si legge nella presentazione della mostra – dieci parole chiave e molte immagini tratte dal patrimonio iconografico della Fondazione che documenta la visione del direttore artistico Francesco Micheli e lo spirito che l’ha animata, alimentando la memoria cittadina. Come immagine di apertura, L’ange de Nisida, l’opera-simbolo di questi dieci anni e di quello che li ha caratterizzati: prima di tutto Gaetano Donizetti e la sua musica, ma anche coraggio, visione, riscoperte, studio, ricerca, continuo coinvolgimento del pubblico, superamento dei confini tradizionali, riconoscimenti della critica nazionale e internazionale».

    Queste le dieci parole / sezioni che fanno da guida alla raccolta di immagini: teatro e città, sconfinamenti, riscoperte, capolavori, donne, Covid-19, premi, notte, maestri, giovani.

    La mostra fotografica, a ingresso libero, è visitabile nelle sale attigue alla biglietteria, in occasione degli spettacoli, dal 14 novembre all’1 dicembre, da due ore prima dell’inizio. Sabato e domenica anche ore 10-13. Il 29 novembre (Dies natalis) ore 10-20. La mostra dei manifesti è riservata al pubblico degli spettacoli.

    «Per Bergamo sono stati dieci anni di cambiamenti – commenta l’assessore alla cultura Sergio Gandi – vissuti col consueto spirito d’iniziativa che contraddistingue la città. Il Teatro Donizetti ha avuto un ruolo molto importante oltre queste mura – che abbiamo fortemente voluto ricostruire e ammodernare – e oggi la consapevolezza cittadina rispetto all’eredità consegnataci da Gaetano Donizetti non è più una questione per melomani o per pochi intenditori ma è parte integrante della nostra identità, grazie al lavoro del festival e a un lungo percorso culminato in Bergamo-Brescia capitale italiana della cultura. Per questo fenomeno musicale, che ha visto in Francesco Micheli l’alfiere più esposto, va dato merito anche all’amministrazione che ne ha sostenuto le iniziative e ai tanti sponsor e partner privati che l’hanno affiancata. Il rapporto tra quello che ormai chiamiamo affettuosamente Gaetano e la città non potrà tornare indietro e dovrà essere sempre al centro delle nostre politiche culturali».

    «Per accompagnare una “rivoluzione” come quella che abbiamo visto in questi dieci anni – sottolinea il presidente della Fondazione Teatro Donizetti Giorgio Berta –, era necessaria una struttura organizzativa solida, cresciuta negli anni, come quella della Fondazione Teatro Donizetti, che presiedo dal 2016. Le sfide che ci ha posto Francesco Micheli in questi anni, così come quella della ristrutturazione e della pandemia sono state notevoli. Tuttavia, le abbiamo affrontate, rispettando tempi e costi sia nei momenti più felici di spettacolo, come la riscoperta dell’Ange de Nisida, sia quando si sono dovuti affrontare momenti d’incertezza ed emergenza sanitaria e sociale. Anni in cui non ci siamo arresi, ma abbiamo inventato o identificato nuovi strumenti e nuovi metodi di coinvolgimento del pubblico, come ad esempio la WebTV nel 2020 con 11mila spettatori. Il Donizetti Opera, nella visione di Francesco Micheli e nell’impegno crescente di tutti i lavoratori della Fondazione, è riuscito a far comprendere a tutti i bergamaschi, a cominciare dai ragazzi, il valore del Donizetti compositore e il messaggio universale del suo teatro. Siamo grati a Francesco anche perché ci lascia un ulteriore regalo: la programmazione impostata per i prossimi due anni, con una coproduzione internazionale insieme al Teatro Real di Madrid che vedrà Micheli regista di “Caterina Cornaro” e David McVicar di “Maria Stuarda”».