Medea in Corinto

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Melodramma tragico di Felice Romani
Musica di Giovanni Simone Mayr
Prima esecuzione: Napoli, Real Teatro di San Carlo, 28 novembre 1813
Edizione critica della versione di Bergamo (1821) a cura di Paolo Rossini
© Casa Ricordi, Berlino

TRAMA

ATTO I

A Corinto si attende il ritorno dell’eroe Giasone, promesso sposo di Creusa, figlia del Re Creonte, già fidanzata a Egeo, principe di Atene. Ma sulla felicità della donna c’è un’ombra: il precedente legame di Giasone con la maga Medea, dal quale sono nati due figli. Creonte la rassicura: Medea sarà bandita da Corinto. Giunge Giasone, festeggiato dal popolo per i suoi successi militari. L’accordo con Creonte è confermato: Giasone sposerà Creusa e Medea sarà bandita. In quel mentre, arriva appunto Medea. Giasone tenta dapprima di evitarla, ma poi non può sottrarsi al confronto. Medea lo accusa di sfuggirla come si fa con una nemica, Giasone replica di non considerarla tale e di provare pena per il suo dolore. Ma Medea deve affrontare il suo destino e lasciare Corinto. Intanto giunge anche Egeo, che apprende sgomento che Creusa non sarà sua moglie ma decide di non rassegnarsi al destino. E così, mentre nel tempio si celebra il matrimonio di Giasone con Creusa, Medea fa irruzione rovesciando l’altare, e a un suo cenno i soldati di Egeo scatenano la battaglia nel tentativo di rapire Creusa. Il sipario cala sulla confusione generale.

ATTO II

Creusa si è sottratta agli uomini di Egeo e ringrazia chi l’ha difesa. Creonte conferma che Giasone ha vinto Egeo e promette vendetta per l’ateniese. Quanto alla sorte di Medea, sarà Giasone a deciderla. Medea è rinchiusa in un carcere: rivela alla sua confidente Ismene i suoi immutati propositi di vendetta e poi evoca le furie e le potenze infernali. Creusa espone a Creonte una richiesta di Medea, apparentemente placata: poter rivedere per l’ultima volta i propri figli prima dell’esilio. Creonte è contrario, ma poi si fa convincere dall’ingenua bontà di Creusa, cui Giasone giura ancora amore. Nel frattempo, Egeo, anch’egli imprigionato, canta il suo dolore e la sua rabbia. Ma sente un rumore di passi. È Medea venuta a liberarlo e a dirgli di partire subito per Atene: la vendetta spetta a lei sola. Nei suoi appartamenti nel palazzo reale, Giasone pregusta la sua prossima felicità quando si ascoltano in lontananza gemiti e grida. L’eroe viene così a conoscenza della tremenda morte di Creusa, uccisa dal veleno con cui Medea le aveva impregnato la veste. Giasone è così sconvolto da meditare il suicidio. Intanto Medea affida i figli a Ismene. Costei la invita alla fuga, perché Giasone la sta cercando per vendicarsi. Il nome dell’uomo che l’ha abbandonata riaccende la smania di vendetta di Medea: la compirà sui figli. Mentre Creonte e Giasone lamentano la morte di Creusa, giunge Egeo che chiede la vita per Medea. Poi arriva lei stessa. Giasone le chiede dove siano i figli. Dormono di un sonno profondo, risponde lei mostrando un pugnale insanguinato. Mentre scoppia una tempesta, Egeo si avvia verso il mare e Medea sparisce su un carro tirato da due draghi.

INTRODUZIONE

Il “bavarese bergamasco” Giovanni Simona Mayr (1763-1845) è oggi ricordato soprattutto per essere stato il maestro di Gaetano Donizetti: maestro di cappella in Santa Maria Maggiore dal 1802, aveva istituito delle lezioni gratuite di musica per i ragazzi poveri di Bergamo. Ma Mayr fu un grande operista, fra i maggiori della generazione prerossiniana, scritturato e rappresentato in tutta Europa. Uno dei suoi capolavori, considerato all’epoca un’opera “intellettuale” e avanguardista, è “Medea in Corinto”, scritta su libretto di un giovane Felice Romani, che nel 1813 trionfò al San Carlo di Napoli e che rimane tuttora il titolo più celebre di Mayr, e sicuramente il più rappresentato. Questa “Medea” ebbe numerose riprese in tutta Europa e diversi adattamenti. In particolare, Mayr ne realizzò una versione per le recite del 1821 al Teatro Sociale di Bergamo, rielaborando diverse parti dell’opera, specie quelle di Creusa e di Egeo. È questa edizione che, per la prima volta in epoca moderna, viene rappresentata dal Festival per il progetto #donizetti200, nello stesso teatro per il quale fu scritta, ed esattamente due secoli dopo. L’edizione critica della versione di Bergamo, realizzata da Paolo Rossini, permette di entrare nella “bottega” compositiva di Mayr, cui forse non fu estraneo Donizetti che in quel periodo era disoccupato a Bergamo dopo i primi e non facili tre anni di carriera come operista.
“Medea in Corinto” è affidata a Jonathan Brandani, che l’ha diretta negli Stati Uniti, mentre la regia di Francesco Micheli, direttore artistico del Festival, svela quanto c’è di contemporaneo e “nostro” in queste vicende apparentemente così lontane. La compagnia raduna una serie di specialisti nel belcanto così difficile ma anche modernamente espressivo di Mayr. La parte della protagonista, esigentissima sia dal punto di vista vocale che da quello scenico, è affidata al carisma di Carmela Remigio, artista nota e amata dal pubblico del Festival.

Medea in Corinto sarà in onda sulla Donizetti OperaTube dal 27 novembre alle ore 20.00

Novembre - 2021
20
a partire da€30

Dettagli

Date e orari:
20 Novembre 2021Fuori abbonamentoH 20:00
27 Novembre 2021 Fuori abbonamentoH 20:00
4 Dicembre 2021 Turno AH
Prezzo: €30 - €90
Categoria:

Luogo

Teatro Sociale

Via Bartolomeo Colleoni, 4
Bergamo, BG 24129 Italia

Locandina

Direttore Jonathan Brandani
Regia Francesco Micheli
Scene Edoardo Sanchi
Costumi Giada Masi
Lighting design Alessandro Andreoli
Drammaturgo Davide Pascarella
Assistente alla regia Tommaso Franchin
Assistente alle scene Chiara Taiocchi

Orchestra Donizetti Opera
Maestro al fortepiano Hana Lee
Coro Donizetti Opera
Maestro del coro Fabio Tartari

Creonte Roberto Lorenzi
Egeo Michele Angelini
Medea Carmela Remigio
Giasone Juan Francisco Gatell
Creusa Marta Torbidoni
Ismene Caterina Di Tonno
Tideo Marcello Nardis
Figli di Medea Chiara Dello Iacovo e Andrea Guspini

Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Donizetti