Melodramma giocoso in due atti a sette voci
di Jacopo Ferretti
Musica di Gaetano Donizetti
Prima esecuzione: Roma, Teatro Valle, 4 febbraio 1824
Edizione critica a cura di Maria Chiara Bertieri
© Fondazione Teatro Donizetti
PROLOGO ALL’OPERA
L’opera apre le sue porte durante le prove ma valica anche i confini dell’edificio arrivando per strada e così – dopo “l’esperimento” del 2021 per festeggiare la riapertura del Teatro Donizetti – nell’ora che precede l’inizio e accompagna l’ingresso del pubblico, anche i passanti potranno avere una “anticipazione”, un pre-opera negli spazi del Sentierone, in collaborazione con i registi della Favorite Valentina Carrasco e dell’Aio nell’imbarazzo Francesco Micheli.
INTRODUZIONE
L’aio nell’imbarazzo, rappresentato a Roma nel 1824, è uno dei primi grandi successi di Donizetti: opera buffa sul modello rossiniano dove affiora però già lo scavo psicologico delle grandi commedie della maturità. Presentato nella nuova edizione critica di Maria Chiara Bertieri per la Fondazione Teatro Donizetti, è il titolo della Bottega Donizetti, la nostra bottega rinascimentale dove il basso-baritono bergamasco Alex Esposito trasmette sapere teatrale e tecnica vocale ai giovani cantanti selezionati in tutto il mondo. A loro è affidato L’aio nell’imbarazzo, ma con le presenze carismatiche dello stesso Esposito nella parte del titolo e del glorioso Alessandro Corbelli in quella di Don Giulio, il padre che tiene segregati i figli in casa per paura delle donne. Dirige un altro giovane come Vincenzo Milletarì, la regia è firmata dal direttore artistico del Festival, Francesco Micheli. Con l’Orchestra e il Coro del Festival.
TRAMA
Atto I
L’azione si svolge a Roma, nel palazzo del rigido marchese don Giulio Antiquati. Costui, vedovo, ha affidato i due figli, Enrico e Pippetto, all’aio, il precettore don Gregorio. I due ragazzi, il maggiore dei quali ha già 25 anni, vengono tenuti segregati in casa con l’assoluto divieto di frequentare donne. Nella prima scena, Gregorio sta facendo lezione a Pippetto, il secondogenito tonto del marchese, che è innamorato dell’anziana cameriera Leonarda. Ma Gregorio, uomo buono e comprensivo, è preoccupato soprattutto per Enrico, sempre triste e scontroso. Anche don Giulio se n’è accorto e ne parla all’aio: ma alla proposta di quest’ultimo di dare al figlio un po’ di libertà e di permettergli di frequentare delle donne si inalbera e lo vieta. Poi esce di casa per andare dal ministro. Enrico, disperato, si confida con Gregorio e introduce in casa Gilda, figlia del defunto colonnello Tallemani, la vicina di casa con la quale ha una relazione, che ha segretamente sposato e dalla quale ha avuto un figlio, Bernardino. Gregorio dapprima è scandalizzato; poi, toccato dalle suppliche della coppia, decide di aiutarla. Il marchese rientra prima del previsto. Gregorio fa appena in tempo a nascondere Gilda nella camera di Enrico, poi la fa spostare nelle sue stanze. Ma Leonarda l’ha visto, crede che la donna sia l’amante dell’aio e induce Pippetto a denunciarlo al padre. Il marchese allora spiega a Gregorio che avrà bisogno del suo appartamento per ospitarci un nipote in visita. Gregorio è imbarazzatissimo, ma è ormai l’ora di pranzo e tutti si mettono a tavola.
Atto II
Nelle stanze di Gregorio, Gilda è preoccupata per il figlio che ha bisogno della poppata. Ma non può uscire dal palazzo perché sarebbe scoperta: Gregorio accetta allora di andare a cercare il bambino. Partito Gregorio, arriva il marchese che scopre Gilda con Enrico e si infuria. Torna Gregorio con il bebè. Il furore del marchese raddoppia e annuncia che caccerà il figlio da casa. Gilda minaccia di uccidere il bambino e poi di uccidersi: Giulio, toccato, perdona il figlio, lei e Gregorio. Pippetto chiede di sposare Leonarda ma il marchese rifiuta e la cameriera confessa allora di non averlo mai amato; Gilda canta il coraggio delle donne e l’opera termina nel giubilo generale.
Disponibile sulla Donizetti OperaTube dal 26 novembre alle ore 20.00