Il festival Donizetti Opera 2022
IL FESTIVAL 2022 DEDICATO AL RAPPORTO TRA GIOVANI E ADULTI:
INAUGURAZIONE CON UNA NUOVA CREAZIONE LU OpeRave E POI TRE TITOLI DONIZETTIANI LA FAVORITE, L’AIO NELL’IMBARAZZO, CHIARA E SERAFINA IN PRIMA MODERNA PER #DONIZETTI200
Nelle locandine brillano i nomi di alcune star internazionali come Javier Camarena, Alessandro Corbelli, Alex Esposito, Pietro Spagnoli e Annalisa Stroppa
Spazio anche alle voci emergenti della Bottega Donizetti e dell’Accademia Teatro alla Scala
Sul podio, accanto al direttore musicale Riccardo Frizza, Vincenzo Milletarì e Sesto Quatrini
Le regie sono di Valentina Carrasco, Gianluca Falaschi e del direttore artistico Francesco Micheli
Bergamo, dal 17 novembre al 4 dicembre 2022
È tutto pronto per l’ottava edizione del Donizetti Opera, festival internazionale dedicato al compositore bergamasco, organizzato dalla Fondazione Teatro Donizetti presieduta da Giorgio Berta con la direzione generale di Massimo Boffelli, la direzione artistica di Francesco Micheli e quella musicale di Riccardo Frizza, che si svolgerà a Bergamo “Città di Gaetano Donizetti” dal 17 novembre al 4 dicembre 2022.
La presentazione del programma del Festival si è svolta nella Torre Allianz di Milano, come già per l’edizione 2021: il gruppo assicurativo è infatti Main Partner e Membro Benemerito della Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo dal novembre 2020, per una partnership di durata quinquennale.
«Oggi presentiamo l’ottava edizione del Donizetti Opera – dichiara il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori – un progetto giovane, cresciuto molto velocemente grazie alla proposta artistica che ha generato una sempre maggiore considerazione del pubblico sia di Bergamo che internazionale. Abbiamo usato il Donizetti Opera come chiave per aprire Bergamo al mondo: la maggior parte del pubblico e della critica specialistica viene dall’estero e grazie a Donizetti si parla della nostra città su tutti i giornali internazionali.
In questi anni abbiamo inoltre imparato che siamo custodi dell’eredità di Gaetano Donizetti che non è solo un tesoro storico, ma è soprattutto un bene contemporaneo da far conoscere al pubblico di oggi, in special modo ai giovani, verso i quali il festival ha sempre avuto una grande attenzione, quest’anno in particolare: il tema che unisce le quattro produzioni del DO2022 li riguarda da vicino ed è a loro che dedichiamo questo festival, ai giovani di Bergamo e ai giovani di tutto il mondo che, dopo due anni di pandemia oggi si confrontano anche con la paura della guerra»
Una nuova edizione del festival Donizetti Opera – già vincitore dell’“Oper! Award” come miglior festival europeo per la critica tedesca – che indaga attraverso le diverse produzioni le varianti del “contrasto generazionale”. Il programma si articola in una nuova creazione, tre titoli operistici donizettiani e una serie di appuntamenti concertistici e attività collaterali che verranno resi noti nei prossimi mesi: serata inaugurale (17 e 24 novembre, 1 dicembre) con LU OpeRave, nuova creazione ispirata alla musica e alla più celebre delle opere donizettiane che debutterà in una sede alternativa ai teatri ma fortemente evocativa che attualmente rimane segreta, quindi al Teatro Donizetti andranno in scena La favorite (18 e 27 novembre, 3 dicembre) e L’aio nell’imbarazzo (20 e 26 novembre, 2 dicembre); al Teatro Sociale invece Chiara e Serafina (19 e 25 novembre, 4 dicembre). “Largo ai giovani” potrebbe essere il motto dell’intero programma, visto che il rapporto fra genitori e figli, tra adulti e giovani, è al centro della drammaturgia così come quello tra fra maestri e allievi, veterani e esordienti caratterizza le produzioni.
«Il festival 2021 è stato il primo grande appuntamento a piena capienza al Teatro Donizetti dopo i restauri – ha sottolineato il presidente della Fondazione Giorgio Berta – un momento direi fondamentale per la nostra città e per tutti noi, accompagnato dall’entusiasmo e dai complimenti non solo del pubblico degli appassionati donizettiani ma soprattutto dei 250 delegati di Opera Europa, professionisti del settore arrivati a Bergamo per il meeting che abbiamo organizzato in coincidenza con il festival.Adesso siamo pronti per la sfida 2022, un nuovo programma che punta sempre più in alto e dimostra la crescita dell’iniziativa e la sua rilevanza internazionale, che affianca novità e grandi capolavori, che guarda avanti puntando sui giovani che crescono grazie ad esempi e maestri di rilievo. Nel mio ruolo di Presidente, non posso non riconoscere pubblicamente il fondamentale appoggio istituzionale che abbiamo e anche il sostegno di tanti sponsor e mecenati, senza i quali il sogno donizettiano non si potrebbe realizzare. Speriamo quindi che ci sia sempre un’adesione crescente e un pubblico ancor più entusiasta».
Giacomo Campora, Amministratore Delegato di Allianz S.p.A., ha commentato: «Siamo lieti di ospitare nuovamente in Torre Allianz la presentazione del festival Donizetti Opera e desidero ringraziare il Sindaco Gori e i vertici della Fondazione per aver scelto la nostra sede per questo evento, a testimonianza della vicinanza di Allianz al Teatro e alla città di Bergamo, per proseguire un cammino di crescita culturale e sociale di grande respiro, in grado di realizzare grandi progettualità che attirino l’attenzione nazionale e internazionale sulla città».
«A quasi un anno dalla riapertura del Teatro Donizetti – afferma Massimo Boffelli, direttore generale della Fondazione Teatro Donizetti –, dopo la dolorosa chiusura imposta dalla pandemia e soprattutto dopo i restauri che ci hanno consegnato un teatro rinnovato sia nelle parti dedicate alla produzione che nella sala e in tutte zone per il pubblico, possiamo ritenerci molto soddisfatti. In questi mesi il pubblico è tornato a riempire la nostra sala in controtendenza rispetto ad alcuni dati italiani ed europei, facendo registrare molte serate sold out a partire dal festival Donizetti Opera 2021. Adesso ci auguriamo che per l’edizione 2022 si possa tornare a percentuali di pubblico straniero ancora più alte, per far apprezzare anche ai non bergamaschi il nuovo teatro e il restyling di tutta la zona circostante, sottoposta in questi mesi a lavori di ulteriore miglioria».
«Il mondo presente – dichiara il direttore artistico Francesco Micheli – è in rapida e sorprendente evoluzione. Il cambiamento è l’unica certezza, oggi come 200 anni fa. Nel 1822 il giovane Gaetano Donizetti debutta al Teatro alla Scala con l’opera Chiara e Serafina, affacciandosi verso un mondo incerto, pieno di tracolli, di mutamenti e… di fiaschi. Questo l’esito del debutto del compositore nel tempio milanese. Nostro dovere è riportare in auge quest’opera complicata e romanzesca, e lo faremo con i giovani dell’Accademia Teatro alla Scala guidati da Pietro Spagnoli, coi quali cercheremo di superare il cruciale crocevia della vicenda narrata creando un’alleanza inedita tra le generazioni. Giovani che diventano adulti e adulti che cercano di costruire un mondo migliore per i giovani. Questo è il mondo che è importante progettare e in cui credere in questo momento. Qual è il nostro punto di riferimento? Il giovane Gaetano che apprende dalla vita stessa la strada per costruire il proprio mondo. L’impresa può essere ardua se regna la paura: L’aio nell’imbarazzo è infatti la storia di un padre talmente terrorizzato dal mondo da rinchiudere fino all’età di quarant’anni i propri figli; più che la trama di un’opera sembra l’oroscopo del nostro tempo. Nella Favorita un ragazzo e una ragazza che vengono da due luoghi appartati del mondo, il gineceo e il monastero, si ritrovano per cercare una nuova strada, una nuova libertà. Verranno annientati. Storie di ieri che definiscono temi classici capaci di illuminare il presente. Dedichiamo questo festival ai giovani bergamaschi, coscritti del più famoso conterraneo della storia».
«Sulla scia della riflessione intorno al tema generazionale – ha spiegato il direttore musicale Riccardo Frizza – la musica è sempre stata in prima linea, essendosi tradizionalmente basata sul rapporto tra maestri e allievi, così come tra interpreti di più lunga carriera e nuove promesse. In tal senso questa edizione del festival – programmaticamente ispirata al rapporto maestro-allievo che legava Giovanni Simone Mayr e Gaetano Donizetti, affianca in scena esperti del repertorio come Alex Esposito, Alessandro Corbelli, Javier Camarena, Pietro Spagnoli, Annalisa Stroppa, Florian Sempey a un folto gruppo di nuove voci, forti di percorsi formativi di eccellenza che, fra l’altro, simboleggiano la vocazione festivaliera di essere anche una vetrina di talenti. Fra i maestri che arricchiscono l’esperienza di questa edizione, accogliamo con particolare affetto il nuovo maestro del coro Donizetti Opera, Bruno Casoni, decano della coralità lirica italiana. Colgo l’occasione per ribadire il mio impegno in favore di Donizetti, salutando i partecipanti alla conferenza stampa da New York, dove attualmente sono impegnato in una nuova produzione di Lucia di Lammermoor. Questa occasione sarà resa ancor più importante dall’arrivo a New York del manoscritto autografo dell’opera, di proprietà del Comune di Bergamo e conservato presso la Biblioteca Mai».
I tre weekend del festival Donizetti Opera 2022 si apriranno (17 e 24 novembre, 1 dicembre) con una nuova creazione LU OpeRave in cui la musica di Donizetti incontra l’elettronica e le nuove tendenze. Il titolo richiama la più celebre delle opere di Donizetti, Lucia di Lammermoor alla quale gli autori di questo nuovo progetto sperimentale si sono ispirati. Lo spettacolo, che si svolgerà in un luogo cittadino non convenzionale da scoprire nei prossimi mesi, con spazio alla convivialità e il pubblico parte integrante dell’azione. LU OpeRave è uno sviluppo di Mixopera vol. 1, EP di elettronica ispirato alla musica di Donizetti con la partecipazione di alcuni musicisti raccolti intorno all’etichetta Fluidostudio e pubblicato a fine 2021 su tutte le piattaforme di streaming (Spotify, iTunes, Amazon Music, YouTube Music). Fra gli artisti coinvolti in questa creazione ci sono alcuni degli interpreti presenti nell’EP come Protopapa, ilromantico, H.E.R. Il libretto è dei Maniaci d’amore. La regia e la coreografia sono di Mattia Agatiello che porta in scena la sua Fattoria Vittadini; fra le voci David Blanke il soprano Laura Ulloa, allieva della Bottega nel 2021.
Due i titoli che saranno messi in scena al Teatro Donizetti: un grand-opéra della maturità del compositore, La favorite (1840), e il melodramma giocoso giovanile L’aio nell’imbarazzo (1824). Il Teatro Sociale è invece da sempre “la casa” del progetto #Donizetti200, che quest’anno ospiterà una tappa importante, l’opera che segnò il debutto (non felice) del compositore bergamasco al Teatro alla Scala, e che dopo quelle rappresentazioni del 1822 è stata praticamente dimenticata e mai più eseguita: Chiara e Serafina, ossia Il pirata.
Fondamentale come sempre, nella stesura del programma festivaliero e nella scelta delle edizioni o nella ricostruzione filologia di esse, è l’attività di studio e ricerca sull’eredità e la codifica dell’identità musicale operistica di Donizetti, affidata alle cure della sezione scientifica della Fondazione Teatro Donizetti, diretta da Paolo Fabbri.
Per La favorite (Teatro Donizetti 18 e 27 novembre, 3 dicembre) nell’edizione critica a cura di Rebecca Harris-Warrick, edita da Ricordi con la collaborazione e il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti, ci sarà sul podio il direttore musicale del festival Riccardo Frizza alla guida dell’Orchestra Donizetti Opera. Lo spettacolo – un nuovo allestimento in coproduzione con l’Opéra National de Bordeaux – è firmato da Valentina Carrasco con il suo team composto per le scene da Carles Berga e Peter van Praet(quest’ultimo anche Lighting designer),Silvia Aymonino (costumi) e Massimiliano Volpini (coreografia). In prima all’Opéra di Parigi nel 1840, oggi possiamo dire che La favorite è l’opera “figlia” dell’Ange de Nisida, riscoperta e messa in scena in prima assoluta a Bergamo nel 2019. Il cast di rilievo affianca interpreti come il mezzosoprano Annalisa Stroppa (Léonor), il tenore Javier Camarena (Fernand), il baritono Florian Sempey (Alphonse XI), e ancora Evgeny Stavinsky (Barthazar), Edoardo Milletti (Don Gaspar) e Caterina Di Tonno (Inès). Il Coro sarà costituito dagli elementi del Coro Donizetti Opera e da quelli dell’Accademia Teatro alla Scala diretti da Salvo Sgrò.
L’aio nell’imbarazzo (Teatro Donizetti 20 e 26 novembre, 2 dicembre), rappresentato a Roma nel 1824, è uno dei primi grandi successi di Donizetti: opera buffa sul modello rossiniano dove affiora però già lo scavo psicologico delle grandi commedie della maturità del bergamasco. Presentato nella nuova edizione critica di Maria Chiara Bertieri per la Fondazione Teatro Donizetti, è il titolo della Bottega Donizetti, la bottega rinascimentale dove il basso-baritono bergamasco Alex Esposito trasmette sapere teatrale e tecnica vocale ai giovani cantanti selezionati in tutto il mondo. A loro è affidato L’aio nell’imbarazzo, con la presenze dello stesso Esposito – che per l’occasione torna eccezionalmente a una vocalità che lo ha caratterizzato all’inizio della carriera – nella parte del titolo; e con un altro maestro carismatico come Alessandro Corbelli nei panni di don Giulio, il padre che tiene segregati i figli in casa per paura delle donne. Dirige l’Orchestra Donizetti Opera un altro giovane come Vincenzo Milletarì, la regia è firmata dal direttore artistico del Festival, Francesco Micheli, le scene di Mauro Tinti, i costumi di Giada Masi, la drammaturgia di Alberto Mattioli. Il Coro del Festival si presenterà con il nuovo direttore, il celebre Bruno Casoni.
La riscoperta di questo del festival 2022 è senz’altro Chiara e Serafina (Teatro Sociale 19 e 25 novembre, 4 dicembre), il titolo del progetto #Donizetti200, mai più in scena dopo il 1822. Il Festival le offre la prova d’appello in una produzione con l’Accademia Teatro alla Scala – con la quale prosegue il pluriennale e fruttuoso rapporto di collaborazione – i cui allievi dei corsi di perfezionamento formeranno la compagnia di cantanti, il Coro (diretto da Salvo Sgrò) con uno chaperon come Pietro Spagnoli (docente dei corsi di perfezionamento della stessa Istituzione milanese) nella parte di Don Meschino. Sul podio Sesto Quatrini; regia, scene e costumi di GianlucaFalaschi; la drammaturgia è di Mattia Palma; l’orchestra Gli Originali prosegue la sua esplorazione donizettiana sugli strumenti d’epoca. A questo titolo saranno legate anche una serie di attività per le scuole che saranno presentate successivamente.
Com’è ormai tradizione, l’avvio delle attività ufficiali 2022 dedicate a Gaetano Donizetti, organizzate dalla Fondazione Teatro Donizetti avviene con la Donizetti Revolution, in programma al Teatro Donizetti mercoledì 6 aprile alle ore 20. Ideata e realizzata dal direttore artistico Francesco Micheli in collaborazione per la drammaturgia con Alberto Mattioli, questa ottava edizione vedrà in scena il mezzosoprano Annalisa Stroppa, la pianista Hana Lee e alcuni altri ospiti a sorpresa. Presenting partner della serata è Automha. Per la serata sono stati coinvolti diversi istituti scolastici superiori della bergamasca i cui studenti – durante il periodo di alternanza scuola-lavoro e seguiti dal team didattico del festival nell’ambito del PIC – Piano Integrato della Cultura da parte di Regione Lombardia (“Cantiere Teatro – Young Education Program del Teatro Donizetti) – hanno creato alcuni contributi video che faranno parte dello spettacolo e saranno disponibili sui profili social del Donizetti Opera. Inoltre un gruppo di 40 studenti avrà un ruolo significativo all’interno della serata. «Donizetti rivoluzionario dell’arte, inventore del romanticismo musicale italiano – sottolinea il dramaturg del festival Alberto Mattioli – sempre avanti sul suo tempo, geniale creatore di storie in cui ancora crediamo perché sono dinamite emozionale che ci esplode nel cuore e nel cervello. Rivoluzionare il rivoluzionario, metterlo in contatto con la contemporaneità, spiegare che le sue non sono vecchie storie, ma storie eterne, è il compito del Festival. Donizetti non è una rassicurante icona del passato ma uno stimolo per il presente, un nostro contemporaneo che da due secoli ci spiega come siamo, e perché. Ma anche che scoprirlo insieme a lui è uno spettacolo, una festa e una gioia. Rivoluzionari».
Gli spettacoli nei giorni feriali avranno inizio alle ore 20 nei giorni feriali e alle ore 15.30 la domenica.