
“Enrico di Borgogna”: al Teatro Sociale l’opera di Donizetti che compie 200 anni
Legato al progetto #donizetti200 il titolo avrà come protagonisti Anna Bonitatibus, Sonia Ganassi, Levy Sekgapane e Luca Tittoto; sul podio dell’Academia Montis Regalis salirà Alessandro De Marchi.
Bergamo, Teatro Sociale, venerdì 22 novembre, ore 20.30
È Enrico di Borgogna la prima opera che andrà in scena per la quarta edizione a Bergamo del festival internazionale Donizetti Opera 2018, venerdì 22 novembre all 20.30 al Teatro Sociale. Per questo nuovo allestimento – coprodotto con il Teatro La Fenice di Venezia – la regia è di Silvia Paoli mentre Alessandro De Marchi e la sua Academia Montis Regalis saranno responsabili della lettura musicale secondo la revisione critica di Anders Wiklund.
Per questa rarità il festival può vantare interpreti vocali di assoluto livello come Anna Bonitatibus, Sonia Ganassi, Levy Sekgapane e Luca Tittoto. Coro Donizetti Opera diretto da Fabio Tartari; scene di Andrea Belli, costumi di Valeria Bettella, luci di Fiammetta Baldisseri.
In occasione del debutto nel ruolo del protagonista Enrico di Borgogna, il mezzosoprano Anna Bonitatibus, per salutare gli ammiratori dopo l’opera, indosserà i gioielli di D’orica, azienda orafa vicentina d’eccellenza che da quest’anno fa parte del progetto Ambasciatori di Donizetti e che, all’interno del festival Donizetti Opera, presenterà la sua nuova collezione di gioielli Treesure, manufatti pregiati ed esclusivi che uniscono l’arte orafa all’unica seta interamente prodotta in Italia.
Enrico di Borgogna è legato al progetto #donizetti200, e segna “ingresso in società” per il giovane compositore bergamasco, in scena per la prima volta a Venezia nel 1818 per l’apertura di quello che è oggi il Teatro Goldoni. «Nel nobile teatro Vendramin a s. Luca, nuovamente abbellito, e dipinto, avrà luogo questa sera la prima rappresentazione dell’opera Enrico di Borgogna; poesia del sig. Bartolommeo Merelli, e primo lavoro musicale del sig. Donizetti, allievo del liceo di Bologna». Così il 14 novembre 1818 il giornale «Il Nuovo Osservatore Veneziano» annunciava la riapertura del teatro di S. Luca (oggi Goldoni, e radicalmente rifatto).
Formatosi prima a Bergamo con Mayr, poi a Bologna con padre Mattei, Donizetti aveva fin lì scritto musica per salotti e accademie o per la chiesa, e solo saltuariamente qualche ‘numero’ teatrale. Per la prima volta si presentava con un’opera tutta sua: un titolo semiserio su versi del bergamasco Merelli, lui pure allievo di Mayr. La sera del 14 novembre furono applaudite la sinfonia e alcuni ‘numeri’ dell’opera. Al termine, «il pubblico al discendere del sipario volle fra gli applausi salutare il sig. Donizetti sul palco scenico» («Il Nuovo Osservatore Veneziano»). Era un credito di fiducia, perché di quell’opera ne avevano sentito forse neppure i due terzi. Esordiente pure lei in teatro, per l’emozione la primadonna era svenuta alla fine del primo atto, ed era stata lì per lì sostituita da una comprimaria, ma nel secondo atto si erano dovuti eliminare i suoi ‘numeri’: ben 3, forse 4.
A causa della sua défaillance la seconda recita ci fu soltanto un mese dopo, il 15 dicembre. E lì finalmente si poté ascoltare tutta la musica dell’Enrico di Borgogna, di nuovo applaudita e trovata «regolare, ragionata, e opportunamente vivace e briosa» nonché poco propensa agli strepiti dell’orchestra moderna: un pregio, per il recensore del «Nuovo Osservatore Veneziano». Aveva «originalità» questo debuttante? Il giornalista si pone la domanda e l’accantona. Adesso che la recente scoperta a Copenhagen di un’altra partitura manoscritta di quest’opera – di provenienza anch’essa veneziana come quella fin qui nota, oggi a Parigi – e l’avvio del progetto 200 del festival Donizetti Opera consentono anche a noi di conoscerla nella sua interezza, potremo dire la nostra: non tanto sull’originalità o meno di un esordiente – un falso problema, forse perfino futile – quanto sui suoi modelli e sulla loro attuazione.
venerdì 23 novembre ore 20.30 (Turno A)
domenica 25 novembre ore 15.30 (Turno C)
sabato 1 dicembre ore 20.30 (Fuori Abbonamento)
Teatro Sociale
ENRICO DI BORGOGNA
Melodramma per musica di Bartolomeo Merelli
Musica di Gaetano Donizetti
Prima rappresentazione: Venezia, Teatro Vendramin San Luca, 14 novembre 1818
Revisione critica a cura di Anders Wiklund (2018)
Enrico Anna Bonitatibus
Pietro Francesco Castoro
Elisa Sonia Ganassi
Guido Levy Sekgapane
Gilberto Luca Tittolo
Brunone Lorenzo Barbieri
Nicola Matteo Mezzaro
Gertrude Federica Vitali
Direttore Alessandro De Marchi
Regia Silvia Paoli
Scene Andrea Belli
Costumi Valeria Donata Bettella
Lighting design Fiammetta Baldiserri
Assistente alla regia Tecla Gucci
Maestro del coro Fabio Tartari
Accademia Montis Regalis
Coro Donizetti Opera
Nuovo allestimento e produzione Fondazione Donizetti
in coproduzione con la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia