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    Donizetti Talk su La favorite

    CON DONIZETTI TALK INTRODUZIONE ALLE OPERE E PROVE APERTE

    Si comincia mercoledì 9 novembre con La favorite al Teatro Donizetti
     
    Ingresso libero con prenotazione su gaetanodonizetti.org sino ad esaurimento dei posti disponibili

    Si avvicina sempre di più l’ottava edizione del Donizetti Opera, festival internazionale dedicato al compositore bergamasco, organizzato dalla Fondazione Teatro Donizetti, che si svolgerà Bergamo, “Città di Gaetano Donizetti”, dal 18 novembre al 4 dicembre 2022.
     
    Per condividere l’operosità della preparazione dei tre titoli operistici e rendere il pubblico partecipe delle varie fasi creative di uno spettacolo, il “Festival apre le porte” con una serie di tre Donizetti Talk. Su comincia mercoledì 9 novembre (ore 17) al Teatro Donizetti con La favorite
    Si tratta di un  nuovo format grazie al quale il pubblico potrà seguire una conversazione introduttiva sul titolo in scena e poi una sessione di prova d’assieme, cioè quel momento del calendario di produzione che prevede la prova di uno spettacolo in palcoscenico con orchestra, coro, interpreti e regia ma generalmente senza trucco e costumi. 

    A introdurre quello che è uno dei più celebri titoli donizettiani, La favorite appunto – capolavoro della maturità donizettiana, che vide la luce all’Opéra di Parigi nel 1840 – saranno i musicologi Paolo Fabbri e Candida Mantica, rispettivamente direttore e componente dell’area scientifica del festival bergamasco.

    Prossimi appuntamenti sabato 12 novembre (ore 17) alla Biblioteca Angelo Mai e poi al Teatro Sociale per il Donizetti Talk dedicato a Chiara e Serafina con Paolo Fabbri e Maria Chiara Bertieri, quindi lunedì 14 novembre (ore 17) di nuovo al Teatro Donizetti con Paolo Fabbri e Livio Aragona per L’aio nell’imbarazzo.

    Il pubblico può prenotare gratuitamente il proprio posto su gaetanodonizetti.org sino ad esaurimento dei posti disponibili. Ogni Donizetti Talk ha una durata di circa due ore.
     
    Un ex novizio che ha lasciato il convento per sposarsi, fa carriera nell’esercito grazie alla protezione del sovrano, senza sapere che sua moglie è stata (ed è?) la sua amante. Quando se ne rende conto, distrutto, sceglie di tornare in convento. Anche lei è devastata, lo raggiunge e gli muore fra le braccia.
    Fatterelli da giornale scandalistico? Vicende di cronaca? No. Sono i nuclei di un grand-opéra del 1840, La favorite di Gaetano Donizetti, una delle sue opere più celebri che oggi possiamo dire “discende” dall’Ange de Nisida scoperta nel 2019: storie d’attualità, che ci dicono quanto il teatro del tempo ‒ anche quello d’opera, uno spettacolo tradizionalmente “per famiglie” ‒ fosse capace di “mordere” la realtà contemporanea, toccando anche temi scottanti. Certo, con le dovute cautele e mediazioni (la censura era sempre in agguato), ma il dato di fondo restava. Quando La favorite fu portata infatti nei teatri italiani, in un ambiente più retrivo, venne tradotta e adattata (La favorita) lasciando tanto nel vago e nel nebuloso i rapporti reali tra i personaggi, da snaturarne completamente la vicenda, e farle perdere di senso. L’edizione che Valentina Carrasco per la regia e Riccardo Frizza sul podio stanno preparando per Bergamo è naturalmente quella originale francese nell’edizione critica a cura di Rebecca Harris-Warrick, edita da Ricordi con la collaborazione e il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti. Il cast di rilievo affianca interpreti come il mezzosoprano Annalisa Stroppa (Léonor), il tenore Javier Camarena (Fernand), il baritono Florian Sempey (Alphonse XI), e ancora Evgeny Stavinsky (Barthazar), Edoardo Milletti (Don Gaspar) e Caterina Di Tonno (Inès). Il Coro sarà costituito dagli elementi del Coro Donizetti Opera e da quelli 
    dell’Accademia Teatro alla Scala diretti da Salvo Sgrò.
     
    Il Donizetti Opera 2022 riprende le fila del progetto #Donizetti200 presentando Chiara e Serafina, debutto del Bergamasco alla Scala nell’ottobre 1822: un “fiascone” come lo definì lo stesso Donizetti che gli lasciò molta amarezza. All’epoca non ci furono altre riprese di quest’opera, per cui la riproposta nel 2022 costituisce anche una sorta di prova d’appello per un tipo d’opera che diffondeva in Italia gli ideali drammaturgici del mélodrame, con le sue storie avventurose, gli intrighi, i colpi di scena. È venuto il momento di dare una seconda possibilità a questo Donizetti giovane, alle prese con le peripezie di una vicenda piratesca che intendeva tenere gli spettatori col fiato sospeso durante lo spettacolo. L’allestimento è firmata per regia, scene e costumi da Gianluca Falaschi, sul podio c’è invece Sesto Quatrini. Una coproduzione con l’Accademia Teatro alla Scala i cui allievi dei corsi di perfezionamento formeranno la compagnia di cantanti con uno chaperon d’eccezione come Pietro Spagnoli (docente degli stessi corsi). 
     
    Dopo aver tenuto i figli segregati in casa e all’oscuro della sia pur minima educazione sessuale, un padre si stupisce di avere un nipote segreto. Gli viene in aiuto un “l’aio”, l’insegnante comprensivo e sensibile al quale ha affidato la formazione e l’educazione dei figli. È uno dei nuclei del melodramma giocoso del 1824 L’aio nell’imbarazzo, una delle opere più riuscite e significative della prima fase creativa di Gaetano Donizetti: quasi una storia d’attualità, come ci rivelerà la lettura di Francesco Micheli, che rivela quanto il teatro del tempo ‒ anche quello d’opera, spettacolo tradizionalmente ‘per famiglie’ ‒ fosse capace di ‘mordere’ la realtà contemporanea, toccando anche temi scottanti. Presentato nella nuova edizione critica di Maria Chiara Bertieri per la Fondazione Teatro Donizetti, è il titolo pensato per gli allievi della Bottega Donizetti, insieme al celebre basso-baritono bergamasco Alex Esposito – che per l’occasione torna eccezionalmente a una vocalità che lo ha caratterizzato all’inizio della carriera – nella parte dell’aio, l’istitutore, e a un altro maestro carismatico come Alessandro Corbelli nei panni del padre don Giulio. Dirige l’Orchestra Donizetti Opera Vincenzo Milletarì, le scene di Mauro Tinti, i costumi di Giada Masi, la drammaturgia di Alberto Mattioli. Il Coro del Festival è diretto da Claudio Fenoglio.

    Il festival Donizetti Opera, è organizzato dalla Fondazione Teatro Donizetti e dal Comune di Bergamo con il sostegno di Ministero della Cultura, Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Camera di Commercio di Bergamo.
    Main partner Allianz. Con il sostegno di Intesa Sanpaolo. Con il contributo di Uniacque, KPMG, Polo telematico Avantgarde, Rea Dalmine, Habilita. Sponsor Curnis/Rolex, Automha. Sponsor tecnici Atb, Claypaky, Zanta. In collaborazione con il Conservatorio Gaetano Donizetti, la Fondazione Mia, Rotary Gruppo Orobico 1 e Gruppo Orobico 2, Opera Europa, Fedora.
    Un ringraziamento speciale agli Ambasciatori di Donizetti e a tutti coloro che sostengono l’attività della Fondazione Teatro Donizetti con Art bonus.